<br>Il 21/05/07, <b class="gmail_sendername">manuela</b> <<a href="mailto:manupt@alice.it">manupt@alice.it</a>> ha scritto:<div><span class="gmail_quote"></span><blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;">
Una questione che i promotori del software libero non mettono in<br>discussione è il fatto che l'innovazione tecnologica sia un imperativo e<br>debba passare attraverso l'uso del computer. Si ritiene necessaria anche
<br>quando non si sa bene di cosa si sta parlando e come applicarla in<br>pratica. Questa convinzione è sicuramente figlia della globalizzazione e<br>del valore numero uno: il profitto. </blockquote></div><br>Il Software Libero, almeno per come lo vedo io, è strettamente collegato al concetto di decrescita.
<br><br>Il concetto stesso di Trashware, oltre all'indubbio significato ecologista, significa anche ripensare il nostro modello di sviluppo consumistico.<br><br>Non credo inoltre che chi si occupa o concepisce il Software Libero abbia una visione computer-centrica dello sviluppo, anzi, ne percepisce le implicite minacce alla libertà ed alla privacy.
<br><br>Sicuramente, pensare la decrescita significa anche recuperare la dimensione artigiana, sempre più schiacciata e marginalizzata da un consumismo acritico che trova nella globalizzazione il suo volano fondamentale.<br>
<br>Just my $0.02<br>-- <br>------------------------------------<br>Luca Ceccarelli<br>Presidente<br>Guru@Work<br>Linux Users' Group Grosseto<br><a href="http://www.guruatwork.com">http://www.guruatwork.com</a><br>Linux Registered User #394530
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