Specificità del kernel nelle distribuzioni [was: Re: [Generale] ri-portatile]
Paolo Sammicheli
xdatap1 a siena.linux.it
Ven 16 Feb 2007 16:26:39 GMT
Alle 16:14, venerdì 16 febbraio 2007, Alessandro Iurlano ha scritto:
> Interessante. Intendi dire che le distribuzione stanno iniziando a portare
> avanti un
> proprio fork del kernel di linux?
Allora, molto di questo l'ho percepito dall'intervista a Ben Collins che ho
tradotto sul sito di Ubuntu [1] ma la questione ha diversi aspetti oltre a
quelli che introduci tu, come ad esempio i moduli liberi non incorporati nel
branch stabile del kernel o i moduli binari.
Comunque, citando Ben che forse è più chiaro di me:
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«- Fino a che punto c'è collaborazione tra i maintainer del kernel delle
differenti distribuzioni?
Il kernel in ogni distribuzione è molto specifico. Le distribuzioni hanno
differenti linee guida su cosa vogliono dal loro kernel. Alcune distribuzioni
rimangono vicine alla versione orginale il più possibile, anche in presenza
di bug conosciuti, mentre altre sono disponibili ad integrare anche grandi
modifiche cambiando così molte funzionalità, anche rilevanti, e
differenziandosi molto dal kernel originale. Inoltre, le distribuzioni
possono avere differenti punti di vista riguardo il supporto di hardware con
driver che non sono ancora integrati nel kernel originale. Quindi, mentre
cerco di rendere il kernel di Ubuntu disponibile il più possibile alle altre
distribuzioni, è molto dubbio che le nostre linee guida coincidano con quelle
degli altri. Un'area ove interagiamo e collaboriamo molto è nelle
vulnerabilità di sicurezza. Debian e Ubuntu hanno un repository subversion
comune per tracciare i problemi rilevanti e condividere le patch.»
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Quindi, alla data x, un hardware potrebbe funzionare su una distro e non
funzionare su di un altra. Se il problema è dato da moduli non ancora
incorporati la cosa si risolve al rilascio successivo (anche se
commercialmente non è una cosa accettabile), se invece il problema è dato da
moduli che per un qualche motivo *non si intende* importare la cosa potrebbe
andare avanti molto tempo.
Quindi un rivenditore ha difficoltà a dire, se non lo dice il produttore,
questo hardware è *linux* compatibile (in particolare i portatili).
Mentre, un rivenditore, se ha un po' di supporto tecnico alle spalle, può
anche dire "questo portatile funziona anche con la distribuzione xy versione
1.2" usando le schede di compatibilità presenti nei siti *ufficiali* delle
distribuzioni.
Purtroppo vendere un hardware con una distribuzione preinstallata è
completamente diverso di un utente che installa *dopo* un altro sistema.
Se un pc non funziona, con il software fornito fin dall'acquisto, il cliente
ha diritto alla sostituzione, per legge. Questo fardello non può prenderselo
tutto il negoziante, per quanto ben predisposto verso il Software Libero.
Note
[1]: http://www.ubuntu-it.org/index.php?page=ben-collins
Ciao
--
Paolo Sammicheli
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