[Tecnica] [OT]Re: Richiesta di aiuto urgente e gravissima

bartrosso bartrosso a gmail.com
Sab 5 Giu 2010 15:12:40 BST


rispondo anche io visto che il sasso nello stagno ce l'ho tirato io :-)
allora, l'università di Siena ha l'obbligo di eliminare tutti i sistemi
windows da tutti i pc entro il 30 giugno, salvo che il prof si paghi da se
la licenza e che provveda con computer personale a continuare il suo lavoro.

approvo la scelta di linux come laternativa (avrebbero potuto dire mac...)
ma obbligare un prof di 62 anni prossimo alla pensione ad impararsi la shell
mi sembra un pò pesantuccia come manovra per risparmiare i soldi delle
licenze.

Per fare questo è stato scelto, mi dicono dal q.it, smentitemi se sbaglio,
di rivolgersi a linux ubuntu,
pre averlo tutti uguale immagino.
altrimenti io avrei consigliato al q.it di fare una piccola distro
chiamandola linunisi.it
da installare a tutti con la suite che ogni prof abbisogna e con la quale
sia possibile lavorare...


ora, l'hardware è " slug for togo ready" nel senso che oltre il pentium iv o
il sempron 1.8 ghz non si va.

le macchine di rete sono di un contratto di fornitura in leasing pluriennale
(meno male che è in scadenza)..

gli ip statici non sono mai stati un problema per me dalla redhat del 2000,
mio primo approccio a linux con uan rete interna di ben 2 postazioni che
hanno lavorato fino al 2004 senza questo tipo di problema..

è la prima volta che non mi funziona il network manager

sono utente installatore e unico utente attualmente presente sul pc in
questione nel problema.


mi porterò una penna con su wicd e userò quello al limite
ma m isembra  proprio strano magari lo rimuovo e lo re impianto con un dvd
della 10..

io rivorrei tanto che una stanza ospitasse hacknight periodici con kebab e
birra... quante cose ho imparato sbirciando voi di la dal mio tubo catodico
col sito ...

tanga aka bartrosso




2010/6/5 Alessio Cappelli <amc a interfree.it>

> Ciao Paolo,
>
>
> Paolo Sammicheli ha scritto:
>
>  Alle 23:57 del 3/6/2010, Alessio Cappelli ha scritto:
>>
>>
>>> Partiamo dal caso nel ns amico Tanganelli: per come ha posto lui la
>>> faccenda ("urgentissima e gravissima") si intende che deve portare la
>>> pagnotta a casa bene e alla svelta, quindi se uno strumento non funziona non
>>> importa, il problema va risolto comunque, fermo restando che poi se apre la
>>> segnalazione del bug è meglio,
>>>
>>
>> Ma questo è un atteggiamento da system integrator che ha installare un
>> qualsiasi software di cui non ha il controllo. L'atteggiamento è
>> condivisibile ma è limitante nel caso specifico perché
>>
>>
>>
> Quello di system integrator è il mio lavoro... quindi piove sul bagnato.
>
>
>
>  1) è lui che ha convinto "il cliente" a montare Ubuntu
>>
>>
>
> Infatti su questo sono d'accordo. La leggerezza che gli si può
> rimproverare, forse per gioventù professionale, è di non aver fatto prima
> della proposta un inventario dell'hardware e del software da migrare e
> verificare prima eventuali incompatibilità.... ma mi sento di dire che la
> lista è qui anche per questo.
>
>  2) se le cose non vanno è una sconfitta "sua"
>>
>>
> si, è vero, ma si impara più dalle sconfitte che dalle vittorie.
>
>  Stando così le cose se c'è un problema la soluzione finale non è trovare
>> il workaround e *accontentarsi* ; la soluzione è trovare la causa del
>> problema e risolverla. Le scorciatoie vanno bene solo nel breve termine, nel
>> medio e nel lungo termine ti costano e con gli interessi per giunta.
>>
>
> Sono d'accordo con te nell'accezione generale della frase, ma nel caso
> specifico un IP statico è un IP statico, non ci vedo nulla di particolare
> tra impostarlo a mano o farlo con uno strumento.
>
>
>  E questo te lo dico in quanto professionista IT che lavora nel settore dal
>> 1990, non c'entra niente il software libero.
>>
>>
>>
> Non metto in dubbio la tua professionalità e preparazione come auspico tu
> non metta in dubbio la mia.
>
>  ma dal cliente non si può mettere a fare il beta tester a Canonical.
>>>
>>
>> Quella è una versione stabile, non sta testando una beta per divertirsi,
>> ed ha un problema che deve risolvere.
>> Risolvere in italiano non è sinonimo di aggirare. Questo è un malcostume
>> che ha introdotto Microsoft quando ti fa riavviare il sistema al primo
>> inconveniente.
>>
>> Risolvere un problema significa *capire* la causa di un malfunzionamento e
>> correggere la causa una volta per tutte.
>>
>>
>>
> Si, ma sempre in un'ottica di immagine di fronte al cliente, gli devi
> risolvere il problema. Ancora nello specifico, c'era bisogno di un IP
> statico e cosa doveva fare?
> Non gli metteva il PC in rete perché il NetworkManager non andava/non era
> invocato bene? Mettersi a fare le prove davanti al cliente, con lui magari
> che ti sta dietro e ti guarda ad ogni tentativo che fai è quanto di peggio
> uno possa dare di immagine di se stesso come professionista. Per contro, in
> questo caso ci interessava che il PC andasse in rete, al cliente non
> importava se configurato direttamente dai file o con una GUI. Non credo che
> in questo caso si sia aggirato un problema.
>
> Sul significato di "Risolvere un problema" sono d'accordo con la tua
> definizione, però secondo me è incompleta perchè detta così non tiene conto
> dell'aspetto temporale e del contesto. ([OT]: Per risolvere l'Ultimo Teorema
> di Fermat, Andrew Wiles ci ha messo 7 anni e ha dato una dimostrazione
> corretta a più di tre secoli dal suo enunciato e con strumenti che il "pòro"
> Fermat manco si sognava. Tutti quelli che ci hanno provato prima di lui, ci
> sono riusciti solo per casi particolari o classi di casi particolari, mai il
> caso generale. Ecco, direi che questi ultimi "si sono accontentati". Per chi
> è interessato all'argomento, suggerisco la lettura del relativo libro: Simon
> Singh, L’ultimo teorema di Fermat, Milano, Rizzoli, 1999. ISBN
> 88-17-11291-7... è un giallo matematico fantastico)
>
>
>>  Se poi è a casa sua e si configura il suo PC è liberissimo di perderci
>>> tutto il tempo che vuole e fare tutte le prove e le segnalazioni necessarie,
>>> aspettare le patch e riprovare.
>>>
>>> Personalmente, e prima di continuare ripeto e sottolineo *personalmente*,
>>> preferisco fare le cose senza essere legato a uno strumento in particolare
>>> soprattutto alle GUI: perché passare per uno strato in più quando so
>>> esattamente cosa mettere e dove mettere e con un paio di comandi risolvo e
>>> cosa non meno importante con il completo controllo della situazione?
>>>
>>>
>>
>> Questo è fraintendimento del componente in questione. Il network manager
>> non è un interfaccia grafica di un file.
>>
>> Con network manager si vuole avere configurazioni multiple di accesso alla
>> rete su canali multipli (cavo, wireless, vpn, pennette usb, ecc)
>>  configurati e gestiti a caldo a livello utente.
>>
>> Se cambi a mano il file interfaces gestisci la rete a livello di sistema,
>> e non utente, in maniera statica.
>>
>> È cambiato proprio l'approccio al problema: in un sistema unix la rete era
>> definita a livello di sistema ed era l'amministratore a gestirla una volta
>> per tutte per tutti gli utenti.
>>
>>
>>
> Su questo ammetto la mia ignoranza: non conosco tutti gli strumenti nel
> loro intimo dettaglio, però... (vedi sopra).
>
>
>  In una moderna distribuzione linux il pc è in movimento quindi l'accesso
>> alla rete è discrezionale all'utente fisicamente loggato su quella macchina
>> in quel momento e si dà per scontato che è l'unico che accede in quel
>> momento alla macchina per cui se vuole cambiare l'interfaccia di accesso
>> alla rete è legittimo che lo faccia.
>>
>>
> Si, è una versatilità non da poco, però al solito si rischia di infognarsi
> per voler sparare alla mosca col cannone. Va bene tutto quello che dici sul
> Netwok Manager ma forse all'Università bastava molto meno. Inoltre mi
> sembrava di capire che si tratta di PC fissi, quindi con una configurazione
> tutto sommato abbastanza statica nel tempo e non me ne voglia
> l'Università... ma credo che il concetto di "configurazione di rete che
> cambia a seconda dell'utente fa logon" sia moooolto al di là delle loro
> necessità.
>
> Concludo, ma assolutamente senza spirito polemico, che è vero tutto quello
> che dici però forse la difficoltà maggiore del nostro mestiere è sempre
> quella di saper calibrare la soluzione giusta rispetto alla complessità del
> problema: io spesso parto immaginando architetture mega fantastiche che
> fanno anche il caffè salvo poi rendermi conto che quello che interessava al
> mio cliente di quel momento era un PC per andare in rete a vedersi le email.
>
>
>
>  P.S.
>> Belle queste discussioni filosofiche ogni tanto!
>>
>>
>>
>
> Si, direi che ogni tanto servono, altrimenti si rischia di diventare
> talebani delle proprie idee.
>
>  Ciao
>>
>>
>
> Ciao
> A-
>
> _______________________________________________
> Tecnica mailing list
> Tecnica a liste.siena.linux.it
> http://liste.siena.linux.it/cgi-bin/mailman/listinfo/tecnica
>



-- 
Sono ciò che sono grazie a quello che siamo tutti,



un mio amico mi ha detto che ubuntu significa: "Non so configurare Debian.."


«Immagina se ogni persona sulla terra potesse condividere con accesso libero
e totale tutta la conoscenza umana.»
— Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://liste.siena.linux.it/pipermail/tecnica/attachments/20100605/ab4931f9/attachment-0001.htm>


Maggiori informazioni sulla lista Tecnica